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caso 15 Gli attori della disabilità

Page history last edited by Valentina Dolis 8 years, 11 months ago
 

 

Disabilità:

 

 

storie di ordinaria diversità

 

 

 

Gli attori della disabilità

 

I disabili contro Glee: non si sentono veramente rappresentati

Anche uno show il cui scopo è divertire ed intrattenere può creare qualche polemica. Succede con “Glee”, la musical comedy della Fox che in alcuni episodi mostrerà alcune scene che hanno fatto arrabbiare gli attori disabili d’America.


Nell’episodio in questione dal titolo emblematico “Wheels”, il protagonista sarà Artie (Kevin McHale), il ragazzo sulla sedia a rotelle, che rischia di non andare alle gare regionali a causa delle difficoltà di spostamento per una persona nelle sue condizioni. Will (Matthew Morrison), allora, cercherà di far capire agli altri ragazzi le difficoltà del loro amico invitandoli a passare del tempo loro stessi su una sedia a rotelle.

 

A parte il nobile intento dell’episodio, che mostra, come tutta la serie, come l’amicizia possa abbattere ogni barriera, gli attori diversamente abili americani sembra abbiano approfittato dell’annuncio dell’episodio per esprimere il loro rammarico verso un personaggio interpretato da un attore che in realtà non soffre di alcun problema fisico.

Il primo a dare voce al proprio dissenso è stato Robert David Hall, interprete del coroner Robbins di "Csi",  che da anni vive delle protasi al posto delle gambe:

 

“Penso ci sia paura di creare dei problemi legali, e che una persona con delle disabilità possa essere la causa dell’insuccesso dello show, perchè gli spettatori non potrebbero essere a loro agio”.

 

Hall è solo uno dei tanti attori disabili che lavorano a serie molto famose: oltre a lui, citiamo RJ Mitte (il figlio del protagonista di “Breaking Bad”), Michael Patrick Thornton (in “Private Practice”) e Daryl “Chill” Mitchell, co-protagonista della sit-com “Brothers”, nella quale invece il problema della disabilità viene affrontato, appunto, da un attore realmente in quelle condizioni.

Mitchell, anche produttore della sit-com, difende la sua scelta di comparire nello show, da lui definito qualcosa di più di un semplice prodotto d’intrattenimento, che meriterebbe maggiore attenzione da parte della comunità di diversamente abili americana.

 

La risposta non è tardata ad arrivare: a darla Brad Falchuk, produttore di “Glee”, che spiega la scelta di McHale con un semplice motivo professionale:

 

“Nello show abbiamo di tutto: bianchi, neri, asiatici, ragazzi su una sedia a rotelle. E’ molto difficile trovare gente che sappia davvero cantare, recitare ed avere quel carisma che serve per stare in tv. [McHale] è molto bravo ed è dura dire di no a chi ha talento”.

 

 

Punti di vista:

- Antonella Ferrari

- La disabilità sul grande schermo

- Disabilità e spettacolo: un binomio possibile

- Robert David Hall  

- Kevin McHale orgoglioso del suo ruolo

 

Approfondimenti:

- Cinema e disabilità

- Writers su ruota

 

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